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Pagamenti digitali in Italia, era post COVID-19

Manuel Gomez Gane

La digitalizzazione dei pagamenti in Italia è un fenomeno sempre più attuale e necessario. Prova tangibile di questa condizione sono i recenti incentivi programmati dal governo che, premiando l’utilizzo di pagamenti digitali, cercano di risollevare una situazione tutt’altro che rosea: in Italia (posizionata al 23° posto secondo L’indice Cashless society di Ambrosetti) lo sviluppo di tale strumento deve assumere una posizione di rilievo sia in ottica di contrasto all’evasione fiscale (la perdita stimata per il 2018 di 35,439 milioni di euro rappresenta un primato in tutta l’unione) sia di crescita dell’economia nazionale che necessita di servizi efficienti per consumatori ed imprese.


Se oggi tale processo è in corso lo dobbiamo in buona parte alle Direttive europee che hanno fornito (talvolta forzato ad adottare) tutti gli strumenti necessari ad ogni stato membro: passaggio fondamentale è avvenuto tramite la Payment Accounts Directive - PAD 2014/92/UE. Tale Direttiva sancisce il diritto universale ad ottenere un conto bancario, equiparandolo ad una necessità primaria, indipendentemente dalle proprie condizioni economiche e sociali. All’interno della stessa Unione Europea, forti di questo diritto che permette a tutti i cittadini di utilizzare metodi di pagamento tacciabili, sono molti i paesi che stanno riducendo al minimo l’utilizzo del contante, attraverso una serie di incentivi e di obblighi per consumatori e commercianti, rendendo la tracciabilità una vera e propria priorità. Primeggiano in tal senso Svezia, Danimarca e Finlandia.



In questo quadro di riferimento, si è inserita repentinamente la crisi legata al COVID-2019, la quale per via delle restrizioni imposte ha stravolto drasticamente le abitudini di acquisto degli italiani. Infatti secondo quanto riportato dalla ricerca di Mastercard e AstraRicerche “Paying digital, living digital: evoluzione dello stile di vita degli italiani prima e dopo il Covid-19” l’accelerazione nell’utilizzo di tali strumenti è stata vertiginosa, e dato ancora più importante, sembra destinata a durare nel tempo. Infatti il 69,9% degli italiani dichiara di utilizzare metodi di pagamento tacciabili quali carte di debito/credito, sia per questioni igieniche (81,2% di individui condivide la convinzione che il contante sia meno igienico) che per ragioni di tempo (73% ritiene i pagamenti digitali uno strumento per risparmiare tempo). Una volta superata questa fase iniziale di transizione sarà dunque interessante approfondire come le imprese si adatteranno e soprattuto quali benefici potranno trarre da questa rivoluzione digitale dei pagamenti.


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